Il Reparto Volo dei Vigili del Fuoco ha documentato l'avvistamento di due balene nello stretto di Messina. Si tratta di immagini uniche di un fenomeno non rarissimo. Anche negli anni passati sono state avvistate balene e orche nella zona. E così gli animali selvatici riconquistano gli spazi, quando essi non sono battuti. È il caso dello Stretto interdetto alle imbarcazioni durante il weekend di Pasqua.
“Che spettacolo, signori”, l’entusiasmo di Simone Vartuli nel video in cui mostra le tre orche nello Stretto è contagioso. Le ha avvistate nel pomeriggio del 27 dicembre, alle 15. Nel bel mezzo dello Stretto di Messina: “A 1500 metri da entrambe le coste”, specifica lui, venditore ambulante di frutta a Ganzirri, quartiere marinaro della città siciliana. Poco dopo avere pubblicato un video dell’avvistamento su Fb, Vartuli è stato contattato dall’associazione Marecamp. L’ipotesi è infatti che si tratti proprio delle orche che hanno stazionato per qualche giorno nel porto di Genova. “Venivano da Scilla e viaggiavano con noi in direzione Messina”, racconta Vartuli, a conferma dell’ipotesi di Marecamp. Le orche nello Stretto erano però soltanto tre. Una di loro, Drupi, mostrava già segni di deperimento.
Le immagini riprese dall'alto mostrano tutta la forza della balenottera "Codamozza" mentre affronta con coraggio e a velocità sostenuta le forti correnti dello Stretto
Sta affrontando un lungo viaggio e lo sta facendo con tutta la forza che ha. Emozionano le immagini riprese da Roberto De Domenico e pubblicate dal biologo Carmelo Isgrò della balenottera "Codamozza": un esemplare di balena comune a cui manca la pinna caudale.
La balenottera era già segnalata nei giorni scorsi al largo della Calabria e nel golfo di Catania, mentre in queste immagini riprese dall'alto vediamo il suo passaggio nelle acque dello Stretto di Messina, scortata e monitorata dalla Guardia Costiera.
«Dalle riprese effettuate con il drone - scrive il biologo fondatore del Mu-Ma Museo di Milazzo - è possibile capire come la balenottera, nonostante non abbia la pinna caudale, riesca comunque ad avere una spinta sufficiente per poter proseguire nel suo difficile "viaggio" ad una velocità abbastanza sostenuta.
Codamozza ha affrontato coraggiosamente le fortissime correnti dello Stretto di Messina sfruttando le sole pinne pettorali.
Come ogni estate, con l’intensificarsi delle attività da diporto, lungo l’area dello Stretto di Messina si moltiplicano gli avvistamenti o le semplici segnalazioni di esemplari di squali aggirarsi per il braccio di mare che separa il continente dalla Sicilia. E come al solito c’è chi mette in dubbio la veridicità degli avvistamenti, asserendo che “gli squali non esistono nel Mediterraneo” o a maggior ragione “nello Stretto di Messina“. In realtà, fin dalla notte dei tempi, le profondità dello Stretto di Messina sono abitate da innumerevoli specie acquatiche di rara bellezza che si radunano in queste acque così ricche di sostanze nutritive. Fra queste non mancano anche vari esemplari di squali, che possiamo considerare come delle specie autoctone dello Stretto, il quale rappresenta l’habitat ideale per la ricerca di cibo, anche per specie abituate a vivere a grandi profondità.